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La popolazione anziana è in costante aumento e la spettanza di vita alla nascita, in Europa, è la più alta del mondo (80 anni).
E’ noto che la prevalenza della demenza che è correlata al processo di invecchiamento demografico è in costante aumento ed attualmente, nel mondo, colpirebbe circa 47 milioni di persone, numero destinato a raddoppiare ogni 20 anni.

Molte persone affette da demenza, presentano nel corso della malattia, disturbi psicocomportamentali che rappresentano una delle principali cause di deterioramento della qualità di vita, di stress, di istituzionalizzazione e/o ospedalizzazione (spesso inappropriata).

La complessità dell’assistenza che tale situazione comporta, rappresenta per il famigliare un eccessivo carico psicofisico, con conseguente comparsa di “sindrome da burnout”, caratterizzata da esaurimento emotivo, “spersonalizzazione” e mancanza di senso di realizzazione personale.
Considerata la relativa scarsa efficacia delle terapie farmacologiche, e dai loro effetti collaterali, si sono succedute nel tempo ricerche atte a valutare interventi psicosociali ed ambientali (riabilitazione cognitiva, terapia occupazionale, musicoterapia, interventi multisensoriali) centrati sulla persona e sulla formazione dei famigliari.

E’ stato osservato che i disturbi psicocomportamentali possono migliorare con un approccio psicosociale ed ambientale. In particolare un intervento di terapia occupazionale domiciliare o in RSA, nei soggetti con demenza di grado moderato, può migliorare i disturbi psicocomportamentali del soggetto demente riducendo, nel contempo, lo stress dei caregiver.

Il Terapista Occupazionale sarebbe perciò la figura di riferimento in grado di capire le complesse relazioni fra persona ed ambiente, in grado di coinvolgere le persone con demenza in attività significative e graduate, migliorando così la qualità di vita di paziente e famigliari.

Queste conclusioni sono state confermate da un interessante lavoro di Barbara Manni e Collaboratori dell’Agenzia per la Salute di Modena pubblicato su Geriatric Care.
Gli Autori hanno dimostrato che un approccio di Terapia Occupazionale effettuato da una equipe multiprofessionale ha permesso di migliorare, in un gruppo di pazienti affetti da demenza di grado moderato, aggressività, agitazione, wandering e affaccendamento finalistico, a fronte di una riduzione del numero di farmaci psicotropi, del numero di cadute e del miglioramento della qualità della vita.
Il miglioramento del quadro psicocomportamentale è risultato utile agli operatori per ridurre il carico psicologico e migliorare la soddisfazione lavorativa personale, mentre i caregiver che assistevano la persona con demenza al domicilio hanno imparato ad affrontare i disturbi comportamentali acuti riducendo la possibilità di incorrere nella sindrome da “burnout”.

Fonte: Barbara Manni, Lucia Federzoni, Alessandro Lanzoni, Glenda Garzetta, Maud Graff, Andrea Fabbo1 – Occupational therapy in special respite care:a new multicomponent model for challenging behavior in people with dementia. Geriatric Care (’18) 4; 7649

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