di Erik Verderio – Docente del corso M.C.B. presso Adifamily.

Probabilmente hai iniziato a nuotare proprio perché ti hanno raccontato che il nuoto è uno sport completo, che usa tutti i muscoli e che è ottimale per la salute della tua schiena. Tutto questo è un gigantesco falso mito.

Perché il nuoto non è uno sport completo

Le leggi dell’acqua e della terra ferma

In primo luogo, a sostegno di questa tesi, basta notare che le leggi fisiche che governano il mondo terrestre non sono le stesse con cui ci interfacciamo mentre stiamo in acqua. Nel quotidiano, tramite l’attivazione dei muscoli posturali e dei recettori cutanei e podalici, il nostro corpo attua una costante risposta alla forza di gravità che “schiaccia” tutti i corpi verso il basso.
Quando immergiamo il nostro corpo in acqua, invece, siamo sottoposti alla cosiddetta spinta di Archimede, una forza verticale che ci spinge verso l’alto.
Questa forza favorisce il galleggiamento e viene sfruttata dai nuotatori per avanzare in acqua, ma inibisce tutte le strutture muscolo-legamentose. Quest’ultime infatti ci consentono di assumere una posizione verticale e ci aiutano a mantenere una postura corretta.


E’ opportuno tenere presente che l’uomo ha sviluppato nei millenni una postura eretta, con il capo come estremità superiore e l’arto inferiore come struttura per la locomozione. In acqua, al contrario, viene mantenuta una posizione orizzontale con il capo in estensione e gli arti superiori utilizzati come principale strumento per il movimento.
Tali anomalie possono portare ad alterazioni posturali e delle catene miofasciali. Quest’ultime possono in sia in termini di lunghezza sia di forza sviluppata: influenzando la mobilità delle nostre articolazioni.

Identikit del nuotatoreLa maggior parte dei nuotatori presentano delle caratteristiche fisiche comuni:

  • Capo anteposto con catena anteriore cervicale retratta abbinata ad un’estensione del rachide cervicale superiore.
  • Spalle anteposte e intraruotate con ipercifosi toracica dovuta da una iperattivazione dei pettorali e del gran dorsale.
  • Curva lombare accentuata con contrattura dello psoas.
  • Iperestensione delle ginocchia e delle caviglie in flessione plantare.

La ciclicità del gesto tecnico ripetuto per anche tre ore consecutive quotidianamente, può provocare nei nuotatori agonistici delle modifiche strutturali che possono ripercuotersi sulla funzionalità dell’intero corpo.
Per questi motivi il nuoto è uno sport altamente incompleto!
Queste parole possono lasciare perplessi o addirittura sconvolgere gli appassionati di questa disciplina.
Non si vuole dire che bisogna smettere di frequentare le piscine e di nuotare; saper nuotare è fondamentale per evitare di rimane vittima di annegamento, ma il discorso è rivolto a chi trascorre molto tempo in acqua specialmente nelle fasi di sviluppo adolescenziale dove il corpo si adatta velocemente agli stimoli che riceve.

È possibile rendere il nuoto lo sport più completo?

La risposta è sì. Dopo un’attenta visita specialistica è necessario inserire nella propria routine di allenamento degli esercizi da svolgere fuori dall’acqua. In questo modo è possibile allenare i muscoli carenti e allungare le catene retratte, eliminando i compensi posturali creati dal nuoto.
Per fare ciò è naturalmente indispensabile compiere un’attenta analisi del soggetto in causa, per valutare e calibrare tali esercizi a seconda delle caratteristiche. Le variabili che possono influenzare la tipologia di esercizi vanno dalle più immediate, come sesso e età, alle meno immediate, come le dimensioni antropometriche.

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