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È ormai da qualche anno che, sempre più frequentemente, si sente parlare di riflessologia. La più diffusa risulta essere quella del piede, o meglio plantare. Ma quanti sanno realmente cos’è?

Siamo arrivati ad un punto in cui sul web si trovano informazioni e risposte per qualsiasi dubbio si voglia sanare o facili e veloci articoli per soddisfare languorini culturali. Personalmente credo che la quantità di input sia troppa e la qualità ( o la veridicità?) di alcuni siti sia veramente infima: laddove la scienza non può ricamare il contenuto di un argomento con forti tesi inattaccabili e matematiche, ecco che arriva la menzogna travestita da arte esoterica con lo scopo di “commercializzazione”.E….ahi me… molte recensioni sulle terapie cosiddette “olistiche” sono state colpite da questa piaga! E tra queste ritroviamo anche la

RIFLESSOLOGIA!

In questo articolo ho raccolto, brevemente, delle risposte a domande che spesso vengono argomentate in maniera “fuffa”, in merito proprio alle riflessologie, risposte che vengono vendute agli interessati con lo scopo di regalare idee ( e di conseguenza speranze) contraffatte, con esiti (per la maggior parte negativi) che essi stessi pagheranno sulla propria pelle. E a noi terapisti olistici in carne ed ossa, con un bagaglio di studio alle spalle, a causa di queste “comari da web” spettano interessi e tasse sulla credibilità del nostro operare.

Dunque….CHE COS’è LA REFLESSOLOGIA? La riflessologia è burocraticamente dichiarata TERAPIA DEL BENESSERE ( e risparmio l’aggettivo olistico o dovrei scrivere almeno 10 pagine per emanciparne e chiarirne il senso).

RIFLESSOLOGIA=DISCIPLINA DEL BENESSERE :VERO

La base di questa terapia si fonda sulla visione del piede( e non solo della pianta). Il piede è visto come il riassunto del corpo intero miniaturizzato, una vera e propria impronta di ciò che siamo e di cosa accade al nostro fisico.Il corpo è tridimensionale e in quanto tale, se ne facessimo una riproduzione in scala, dovremmo avvalerci di tre piani… e non solo di quello plantare, dove reflessologicamente troviamo solo la parte viscerale. Perché è conosciuta come riflessologia plantare? Plantare semplicemente perché il primo metodo creato contemplava solo la visione della zona plantare (o palmare per le mani). La riflessologia del piede è un’evoluzione della plantare. Attenzione: non si sta affermando che un metodo sia migliore dell’altro, ma si parla proprio di evoluzione.
La riflessologia è una terapia che permette di lavorare in via indiretta sull’attività emuntoria del corpo, liberandolo da blocchi che rallentano la peristalsi viscerale e il riflesso di questa attività lo si trova proprio sulla zona plantare del piede. L’obiettivo della riflessologia è quello di riportare un corpo “bloccato” al suo equilibrio. Ad un corpo fermo e stagnante manca peristalsi, richiede movimento e l’idea è proprio quella di stimolarlo dandogli informazioni attraverso la pianta del piede.
Con il passare gli anni le mappature del piede si sono aggiornate, la visione del piede è cambiata e le tecniche di manipolazione sono diventate sempre più efficaci: tutto si è evoluto. Si è scoperto che come sulla pianta del piede vi si specchiano i visceri, sul dorso del piede, sul piano laterale e ad ogni singolo dito del piede corrispondono altre aree del corpo e non solo: si è aperto anche un enorme capitolo sull’aspetto morfologico della persona e sulla sua costituzione, sui suoi atteggiamenti mentali e deficit energetici.

Possiamo quindi affermare che la RIFLESSOLOGIA PLANTARE è madre della RIFLESSOLOGIA DEL PIEDE.

LA RIFLESSOLOGIA è UN’ANTICHISSIMA ARTE ORIENTALE CHE ARRIVA DALLA CINA=FALSO!!!


Ma quando mai?!! Accennando in maniera molto grossolana, nella Cina del 3000 a. c. si parlava di agopuntura, di spiriti vitali, di energie….e si pensava che il tutto potesse fluire attraverso delle porte principali (agopunti) che si trovano su mani e piedi, e che andassero poi a scorrere in canali energetici preferenziali (meridiani) che si sviluppano dal basso verso l’alto e dall’alto verso il basso. Il piede era la parte più intima di un essere umano, in quanto vi alloggia un punto di agopuntura essenziale, proibito da trattare, che è il punto 1 del rene: è questo che raffigurano i disegni fatti su pregiata carta di cotone. Non si fanno cenni alla riflessologia del piede o delle mani. Una dimostrazione più incisiva si ha sulle donne cinesi ai tempi dell’Imperatore Giallo, alle quali venivano fasciati i piedi all’età di 5-6 anni. Perché? Le tesi son diverse: alcune raccontano che un piede grande, in una donna, fosse sinonimo di appartenenza ad un basso ceto sociale e per far si che la fanciulla dal piede goffo potesse comunque esser promessa in sposa le costringevano i piedini in dolorose fasciature affinchè non crescesse. Altre sostengono che giri tutto intorno alla scelta della sposa del re, una sorta di favola alla Cenerentola, in cui le donzelle, eventuali promesse compagne dell’Imperatore, amante del famoso “piedino da fata”, per indossare le calzature regali, così piccine e leggere, gli si fasciavano i piedi fin dall’infanzia in modo che le potessero calzare. Insomma la donna col piede piccolo era considerata elegante, raffinata e forse regina. Ma quindi una donna cinese, con un piede così fasciato, come poteva sottoporsi alla riflessologia?? (assicuro che le foto che riproducono questi piedi fasciati sono davvero assurde, il piede è totalmente deforme)mmm….qualcosa non torna….!! Ebbene i cinesi non possono aver inventato la riflessologia del piede! O forse erano così discriminatori da non permettere ad una donna di potersi sottoporre alla reflessologia, potenzialmente considerata terapia medica?bha!

LA RIFLESSOLOGIA è FRUTTO DEL POPOLO EGIZIO=FORSE


anzi ancora prima del susseguirsi degli imperi faraonici, sono stati trovati alcuni graffiti preistorici che parlano di riti ( di guarigione? Non si sa) che contemplano la pianta del piede. Ma nulla di disegnato o scritto sulle tecniche. Molto probabilmente i nostri antenati attraverso i piedi , le mani o il viso osservavano lo stato di salute della persona. Erano forse metodi diagnostici? Il fatto che alcune delle nostre nonne, non si sa come, guardandoti la punta della lingua riescano a capire se hai avuto il morbillo, la rende un’ipotesi plausibile. Gli abitanti di millenni e millenni prima della nascita di Cristo erano consapevoli dell’esistenza di un meccanismo riflesso del corpo.
Ma di metodo di trattamento nessuno realmente disegna o scrive, non si hanno notizie dalle quali si è potuto attingere per ricreare una disciplina curativa o preventiva.

LA RIFLESSOLOGIA NASCE IN AMERICA NEL XIX SECOLO….VERO!!

Ebbene si! Concretamente il METODO DELLE RIFLESSOLOGIA ha origine sul suolo americano e non è un’arte medioevale o chissachè… è piuttosto recente come disciplina!
Con precisione si parla della metà del 1800, quando un tal Sir Henry Head scoprì l’esistenza di zone riflesse per scopi anestetici. Qualche decennio dopo, Mr W. Fitzgerald, medico dentista di Boston, scoprì che esercitando delle piccole pressioni su mani e piedi era possibile evitare l’anestesia per piccoli interventi.
L’utilizzo di questi punti riflessi cominciò a diffondersi tra i dentisti americani come valida alternativa alla cocaina, all’ora in vigore come sedativo.
Nella grande mela, Edwin Bowers venne a conoscenza delle tecniche di Fizgerald e ne volle approfondire il discorso. I due cominciarono una collaborazione dando alla luce un vero e proprio metodo chiamato TERAPIA ZONALE, secondo cui il corpo è diviso in dieci zone entro le quali scorre dell’energia.
Nel 1930 Mrs E. Hingam, assistente alla poltrona e futura terapista, porta avanti il lavoro dei due soci e pubblica due libri (“Storie che i piedi potrebbero raccontare ”e “storie raccontate dai piedi”) concentrando l’attenzione sugli arti inferiori. Darà vita così alla vera riflessologia plantare METODO FITZGERALD.
Nel 1974 Elipio Zamboni, fisioterapista italiano, allievo dell’accademia Fitzgerald, porta in patria la disciplina riflessologca.
Da qui in poi moltissimi sono i ricercatori che intraprendono nuovi studi per arricchire questa terapia, sperimentano nuove tecniche, nuove visioni diagnostiche perfino nuove mappe reflessologiche…fino ad arrivare alla suddivisione tridimensionale del piede ovvero da plantare si è passati a reflessologia del piede.
Molti sono i siti che sponsorizzano riflessologia cinese, vietnamita, indiana ect….tutte queste sono sottocategorie della primogenita riflessologia che si differenziano dalla madre per l’approccio diagnostico. Per esser più chiari: la reflessologia cinese avrà come base la Medicina Tradizionale Cinese, quella indiana racchiuderà in se i pilastri dell’Ayurvedica….e così via!
Ma i veri input e le mappe più veritieri sono quelle di Fitzgerald e compagnia.
Non esistono antichi vangeli di medicina orientale che parlano di riflessologia.
È il popolo del XXsecolo che ha dato luce alla riflessologia, un metodo coadiuvante ed alternativo per ristabilire l’equilibrio psicofisico, e di orientale ha solo l’approccio alla medicina: partire dal singolo sintomo per arrivare alla causa, senza annientare il sintomo stesso….ma soprattutto PREVENZIONE!

LA RIFLESSOLOGIA FUNZIONA?….VERO?FALSO?FORSE?

Rispondo: dipende! Non è forse la stessa domanda che ci si può porre davanti all’utilizzo o meno di un farmaco… o di accettare o meno consigli dettati dalla medicina allopatica? Intendo dire che nonostante non sia pure scienza, nonostante non sia empirica, non è detto che non sia meno efficace della nostra medicina occidentale
La risposta giusta sull’efficacia di una terapia, alternativa o no, la danno il tempo e la capacità dell’operatore di cogliere, accogliere e gestire una qualsiasi patologia.

Articolo della Dott.ssa SARA FICANO Docente ADIFAMILY – Copyright – diritti riservati – vietata la riproduzione

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